Jimmy Butler va ai Golden State Warriors

Poco prima della trade deadline, la lunga telenovela tra Miami Heat e Jimmy Butler ha finalmente trovato una soluzione: il giocatore è stato ceduto ai Golden State Warriors in cambio di Andrew Wiggins, Davion Mitchell, Kyle Anderson e una scelta protetta al primo giro del draft. Lo scambio ha coinvolto anche Pistons, Jazz e Raptors, rendendolo una delle trattative più complesse in questa sessione di mercato NBA.

Si chiude così un capitolo durato sei stagioni a Miami, segnato negli ultimi mesi da tensioni con la dirigenza degli Heat. Butler è stato più volte sospeso per la sua condotta ritenuta dannosa per la squadra e il rapporto tra le parti era ormai logoro.

Jimmy Butler va ai Golden State Warriors

Un’operazione complicata, ma Butler ha ottenuto ciò che voleva

La frattura tra Butler e Miami si era creata a causa della mancata estensione contrattuale. Il giocatore si aspettava un rinnovo a cifre elevate, ma la dirigenza degli Heat si è rifiutata di offrirglielo. Di conseguenza, Butler ha forzato la mano con il suo comportamento, facendo pressione affinché gli fosse concessa una trade.

La sua prima scelta era Phoenix, perché i Suns sembravano disposti a offrirgli l’estensione che desiderava. Tuttavia, per rendere l’operazione possibile sarebbe stato necessario coinvolgere Bradley Beal, che Miami non voleva assolutamente acquisire. Inoltre, la situazione si è complicata ulteriormente per la no-trade clause di Beal, che gli consente di rifiutare qualsiasi scambio.

A quel punto, i Suns hanno tentato di coinvolgere più squadre, arrivando persino a mettere Kevin Durant sul mercato al posto di Beal. Ma quando questa opzione è sfumata, Miami ha virato su altre destinazioni e poco prima della scadenza ha trovato un accordo con Golden State.

Non solo Butler ha lasciato Miami, ma ha anche già firmato un rinnovo biennale da 111 milioni di dollari fino alla stagione 2026-2027 con i Warriors. Con questo contratto, guadagnerà 50 milioni garantiti e l’opportunità di giocare al fianco di Stephen Curry. Alla fine, per Butler tutto è andato secondo i suoi piani.

I Warriors possono puntare al titolo?

Golden State aveva un solo obiettivo: affiancare una stella a Stephen Curry per regalargli un’ultima possibilità di competere per l’anello. La dirigenza era consapevole che la squadra attuale non era abbastanza forte, perciò ha cercato rinforzi con ogni mezzo. Dopo il rifiuto di Kevin Durant, ha puntato tutto su Butler.

Sulla carta, i Warriors sono sicuramente più talentuosi, ma resta il dubbio se questo basterà per puntare al titolo. Attualmente si trovano nella zona play-in, il che significa che una sola partita sbagliata potrebbe compromettere la stagione.

Il problema principale è l’adattamento: Butler stravolgerà l’identità della squadra. Lo stile dei Warriors, basato su ritmo, spazio e tiri da tre, non si sposa bene con le caratteristiche di Butler, che non è un grande tiratore e predilige un gioco più lento e fisico.

Oggi, giocare con più di un giocatore senza tiro da tre è un rischio enorme. Tra i Warriors adesso abbonda il talento, ma non mancano nemmeno nuovi problemi da risolvere in soli due mesi.

Riuscirà Curry a trascinare ancora una volta la sua squadra? Solo il tempo ce lo dirà.