Il Draft NBA 2025 è andato in archivio e, come ogni anno, è il momento delle pagelle. A differenza di tante altre valutazioni che leggerete in giro, le nostre non si basano esclusivamente sui risultati immediati.
Sono troppe, infatti, le variabili che entrano in gioco dopo la scelta dei giocatori — infortuni in primis — e che possono cambiare radicalmente il rendimento di un rookie, a prescindere dal valore effettivo espresso la notte del Draft. Neanche i Brooklyn Nets, con ben cinque prime scelte a disposizione, potranno compensare del tutto i fattori esterni.
Va considerato anche un altro elemento importante: abbiamo valutato anche le trade concluse durante la serata. In quel contesto capita spesso che le squadre finiscano per pagare troppo pur di salire di qualche posizione, sovrastimando la propria capacità di giudicare i prospetti meglio degli altri.
Anche per questo, ad esempio, la trade dei Pelicans per passare dalla 23 alla 13 è stata una delle più rischiose degli ultimi anni — tanto da valergli il voto peggiore del Draft — mentre gli Atlanta Hawks, altra parte dello stesso scambio, sono in cima alla nostra classifica.
Scelta: Asa Newell (23ª scelta, primo giro)
Quando ottieni una prima scelta 2026 non protetta (la migliore tra Bucks e Pelicans) in cambio di sole dieci posizioni, hai già vinto. Se poi riesci anche a mettere le mani su un giocatore come Asa Newell, che in molti consideravano da top 15, allora hai sbancato.
Forse non entrerà subito nelle rotazioni di coach Snyder, ma il suo profilo atletico e le sue caratteristiche potrebbero integrarsi alla perfezione con il neoacquisto Kristaps Porzingis, che con la sua presenza può coprirne le lacune difensive.
Scelte: Hugo Gonzalez (28ª), Amari Williams (46ª), Max Shulga (57ª)
Gonzalez è un prospetto intrigante da fine primo giro. Potrebbe beneficiare di un anno di maturazione in Europa, ma Brad Stevens ha già detto che i Celtics lo terranno a roster. Il paragone con Christian Braun (Denver) fatto in diretta è interessante, anche se va detto che Braun tirava con il 38% da tre al college, mentre Gonzalez ha chiuso la stagione con il 27% al Real Madrid.
Amari Williams è un rim protector interessante, ma il fatto che segni solo il 54% da due (senza tirare da fuori) è un limite importante. Shulga invece potrebbe essere una steal: 39% da tre, intelligenza cestistica, profilo moderno.
Scelte: Egor Demin (8ª), Nolan Traore (19ª), Drake Powell (22ª), Ben Saraf (26ª), Danny Wolf (27ª)
Cinque scelte al primo giro è un risultato storico per i Nets, che hanno deciso di puntare tutto sul futuro a lungo termine, pescando talenti giovanissimi ma ancora acerbi. Demin e Traore sono due playmaker di taglia fisica importante, ma entrambi devono migliorare al tiro. Se riusciranno a coesistere dietro, davanti la convivenza potrebbe essere più complicata.
Il rischio? Con così tanti prospetti “da costruire”, è possibile che Brooklyn finisca di nuovo in lottery — e sarebbe l’ultima chance prima che la loro prima scelta del 2027 vada a Houston per l’effetto collaterale della trade Harden.
Scelte: Kon Knueppel (4ª), Liam McNeeley (29ª), Sion James (33ª), Ryan Kalkbrenner (34ª)
Per decenni Charlotte ha avuto un rapporto difficile con il Draft, complice una gestione discutibile anche sotto la proprietà di Michael Jordan. Ma stavolta le scelte sembrano più sensate. Knueppel è il miglior prospetto in assoluto dopo Cooper Flagg secondo le nostre stime: efficace, concreto, perfetto per colmare il vuoto nello spot di guardia.
McNeeley condivide lo stesso profilo, ma è stato probabilmente scelto per valore assoluto — era dato in top 20, è sceso alla 29. I due del secondo giro sono meno entusiasmanti: James è un veterano da 5 anni di college senza mai spiccare, Kalkbrenner potrebbe invece guadagnare minuti già da subito dopo l’addio di Mark Williams.
Scelte: Noa Essengue (12ª), Lachlan Olbrich (55ª)
Interessante la possibile convivenza tra Essengue e Matas Buzelis, scelto l’anno scorso: entrambi ali, potrebbero condividere il campo se sapranno rendersi pericolosi al tiro, oppure se Buzelis riuscirà a diventare fisicamente adatto al ruolo di centro. Essengue è un atleta verticale, moderno, in linea con il profilo NBA odierno.
Olbrich, invece, è un lungo australiano vecchio stile, efficace sotto canestro ma privo di range e con pessime percentuali ai liberi (mai sopra il 60% in tre anni di NBL).
Scelte: Tyrese Proctor (47ª), Saliou Niang (59ª)
Scelte basse, ma ben sfruttate. Proctor è noto per la sua difesa on-ball e per un tiro da tre oltre il 40%, un mix raro e prezioso. Niang, invece, potrebbe restare in Europa un altro anno: troppo impreciso al tiro (26% da tre, 71% ai liberi) per essere utile da subito in NBA, ma con potenziale da sviluppare.
Scelta: Cooper Flagg (1ª)
La lottery li ha premiati e loro ne hanno approfittato nel migliore dei modi, prendendo il miglior prospetto disponibile, Cooper Flagg. Nulla da eccepire, se non che hanno semplicemente fatto ciò che dovevano.
I Nuggets non avevano scelte e non ne avranno per un bel po’: niente seconde scelte fino al 2032 e prime già cedute a partire dal 2027. Una strategia chiara: puntare sul presente.
Scelta: Chaz Lanier (37ª)
Lanier è una scommessa interessante, con una parabola simile a Dalton Knecht: tardo sviluppo, pochi minuti a Florida, poi 18 punti di media nella SEC.
Ottimo tiratore da tre (oltre il 40% in carriera), arriva in un momento delicato con Beasley coinvolto in un’indagine legata al gioco d’azzardo e Hardaway Jr. ormai a Denver.
Scelte: Alex Toohey (52ª), Will Richard (56ª)
Toohey arriva dall’NBL australiano: difensore intenso, ottimi istinti ma tiro da perfezionare. In un sistema come quello di Kerr, dove il tiro è fondamentale, dovrà migliorare molto per trovare spazio. Richard invece è un rischio calcolato al 56, ma qualcuno lo vedeva anche tra i primi 30: ottimo il suo rendimento da due.