Mancano ancora nove mesi alle prossime Finals, ma con l’inizio della regular season ormai dietro l’angolo (sette settimane) è già tempo di interrogarsi: quali ostacoli inattesi potrebbero frenare la corsa dei principali favoriti al titolo?
Che si tratti di buchi di roster, problemi difensivi o questioni di salute, ciascuna delle squadre favorite ha almeno un punto debole da tenere d’occhio. Ecco le principali incognite delle 5 squadre con le quote più basse per il trionfo 2026.
Campioni in carica e con il roster praticamente intatto, i Thunder sembrano non avere punti deboli. L’unico movimento estivo è stato lo scambio di Dillon Jones per fare spazio al rookie Thomas Sorber.
La vera sfida? La pressione. Da outsider sono passati a squadra da battere e ogni notte avranno un bersaglio sulla schiena. Per un gruppo così giovane, guidato da Shai Gilgeous-Alexander (27 anni), difendere il titolo sarà molto più complicato che vincerlo.
Dopo un’altra eliminazione precoce, l’obiettivo è chiaro: tornare alle Finals per la prima volta dal 2018. Il talento non manca, con Mitchell, Mobley, Garland e Allen tutti sotto i 30 anni, ma la salute resta il tallone d’Achille.
Mitchell ha chiuso gli ultimi playoff stremato e con lui gran parte dei compagni: Wade, Hunter e Lonzo Ball hanno tutti precedenti di infortuni. Senza un Mitchell al top, i Cavs rischiano di fermarsi ancora troppo presto.
Usciti in gara 7 contro i futuri campioni, i Nuggets hanno rinforzato la panchina con Valanciunas, Brown, Johnson e Hardaway Jr., probabilmente la migliore dell’era Jokic.
Il dubbio resta la difesa: lo scorso anno erano solo 21ª NBA per rating difensivo, peggio di tutte le squadre da playoff. L’upgrade di Cameron Johnson su Porter Jr. aiuta, ma molto dipende dalla salute di Aaron Gordon, fermato da problemi muscolari. Senza il suo atletismo, Denver rischia di non reggere contro gli attacchi d’élite.
La grande scommessa è Kevin Durant, 37 anni a ottobre. Reduce da due stagioni senza grandi infortuni (62+ gare), dovrà reggere l’urto di un sistema fisico e intenso come quello di Houston. L’attacco punterà su di lui dopo la partenza di Jalen Green, ma basterà?
Il reparto guardie (VanVleet, Sheppard, Thompson) è il vero punto interrogativo: affidabilità al tiro e continuità offensiva saranno decisive. Se il backcourt non regge, il colpo KD potrebbe non bastare.
Finalisti di Conference, i Knicks hanno salutato coach Tom Thibodeau e affidato la squadra a Mike Brown. La questione chiave sarà l’equilibrio tra attacco e difesa attorno a Towns e Brunson.
Il ritorno di Mitchell Robinson può risolvere parte dei problemi difensivi con stoppate e rimbalzi, ma il suo fisico fragile limita i minuti. Brown dovrà trovare la combinazione giusta per non ripetere i blackout visti nei playoff, dove il quintetto titolare è stato costantemente battuto.