Essere un rookie nell’NBA non è mai semplice. Spesso i nuovi arrivati non riescono a incidere significativamente sui risultati di squadra, e di conseguenza non hanno molte possibilità di competere per i premi stagionali più ambiti.
Tuttavia, il Rookie of the Year (ROY) è un premio diverso, dedicato esclusivamente ai nuovi talenti della lega, che rappresentano il futuro del basket professionistico.
Dal 1952, anno della sua introduzione, il premio ROY è diventato una sorta di trampolino di lancio per molte giovani stelle. A differenza di altri riconoscimenti individuali, non è influenzato direttamente dal successo di squadra, ma piuttosto dalle performance personali.
I vincitori sono spesso scelti in base alle sole statistiche e al contributo offerto in campo. Tuttavia, quest’anno la corsa per il premio sembra meno prevedibile del solito.
Seconda scelta assoluta al Draft 2024, Alexandre Sarr è arrivato in NBA con molte aspettative. Purtroppo, la squadra che lo ha scelto, i Washington Wizards, si è rivelata un contesto tutt’altro che ideale per lo sviluppo di un rookie. I Wizards stanno attraversando un periodo buio, con una gestione discutibile e poche prospettive immediate.
Nonostante ciò, Sarr sta riuscendo a ritagliarsi il suo spazio: gioca 27 minuti di media e registra 12 punti, 7 rimbalzi e 2 assist a partita. Tuttavia, il suo potenziale è frenato dai compagni di squadra Kyle Kuzma e Jordan Poole, due giocatori noti per il loro egoismo in campo e la scarsa propensione al gioco di squadra.
Per Sarr, il premio ROY dipenderà molto da quanto spazio riuscirà a guadagnarsi nei prossimi mesi. Se Washington decidesse di ridurre i minuti di Kuzma e Poole, Sarr potrebbe vedere un miglioramento delle proprie statistiche, il che lo renderebbe un serio candidato per il riconoscimento.
Il gigante canadese di 2,24 metri, scelto al nono posto dai Grizzlies, era il grande favorito per il premio a inizio stagione. Dopo un’ottima preseason, Zach Edey sembrava destinato a dominare, soprattutto grazie a un contesto favorevole: i Grizzlies sono una squadra ben allenata, con un roster competitivo ma con un evidente bisogno di un centro.
A dicembre, Edey stava mantenendo una media di 12 punti, 11 rimbalzi e 2 assist, dimostrando di poter essere una forza sotto canestro. Tuttavia, un infortunio ha rallentato la sua stagione, e da quando è tornato in campo i suoi minuti sono drasticamente diminuiti. Con soli 5 punti e 5 rimbalzi di media nelle ultime settimane, le sue possibilità di vincere il ROY si stanno rapidamente riducendo.
Sempre a Memphis, un altro rookie sta facendo parlare di sé: Jaylen Wells, scelto al 39° posto al Draft. Questo shooting guard di 22 anni si sta dimostrando un eccellente giocatore di sistema, capace di combinare difesa e tiro da tre punti (quasi il 39% dalla lunga distanza).
Wells sta registrando 11,8 punti, 3,3 rimbalzi e 1,6 assist in 26 minuti di media. A differenza di Edey, la sua produzione è in costante crescita, con oltre 14 punti di media nel mese di gennaio. Se questa tendenza dovesse continuare, Wells potrebbe diventare una sorpresa nella corsa al premio.
Tra tutti i candidati, Stephon Castle sembra essere il favorito al momento. Scelto alla quarta posizione dai San Antonio Spurs, Castle sta beneficiando di un contesto organizzativo solido e di una mentorship d’élite grazie alla presenza di Chris Paul.
Castle sta viaggiando a 11,6 punti, 2,3 rimbalzi e 3,6 assist di media, ma le sue statistiche migliorano nettamente quando gioca in casa o in partite vinte dagli Spurs. A gennaio, ha quasi raggiunto i 14 punti e 4 assist di media, consolidando la sua candidatura. La sua visibilità, grazie alla presenza di Victor Wembanyama, potrebbe inoltre influenzare positivamente i voti finali.
La corsa al Rookie of the Year 2025 è apertissima. Tra i principali candidati, Stephon Castle e Jaylen Wells sembrano avere le migliori possibilità, ma tutto dipenderà dai minuti concessi ai giovani e dalle loro prestazioni nei mesi cruciali prima della pausa All-Star.
Come sempre, il ROY sarà un premio da tenere d’occhio, con una generazione di rookies che, pur non essendo ancora dominante, promette di far parte stabilmente del futuro dell’NBA.