Il basket è uno sport di squadra, ma nella NBA i riconoscimenti individuali occupano un ruolo di grande rilievo. I premi più ambiti vanno dall’inserimento nei quintetti All-NBA, fino al massimo riconoscimento personale: il premio di MVP della regular season. Ogni anno, centinaia di persone tra addetti ai lavori, giornalisti e membri del media sono chiamati a votare per assegnare i vari premi della lega.
Per essere idonei a ricevere questi riconoscimenti, la NBA impone alcune regole precise: ad esempio, i giocatori devono disputare almeno 65 partite. Accanto a queste regole ufficiali, ci sono anche criteri non scritti che influenzano le preferenze dei votanti.
Tra i fattori che più determinano l’assegnazione del premio MVP troviamo ovviamente le statistiche individuali, ma anche il successo della squadra, l’impatto sul gioco e la narrativa personale. Inoltre, un altro elemento cruciale è la cosiddetta “voter fatigue”, per la quale difficilmente un giocatore vincerà il premio senza essere già entrato nel radar degli MVP in passato.
La storia insegna: questi criteri si ripetono anno dopo anno, rendendo abbastanza prevedibile l’identificazione dei principali candidati. Analizziamo quindi i giocatori che, al momento, sembrano in pole position per aggiudicarsi il titolo di MVP nella stagione in corso.
Shai Gilgeous-Alexander è forse il favorito numero uno per il titolo di MVP. Finora, il talento dei Thunder sta vivendo una stagione straordinaria con medie di 31,5 punti, 5,5 rimbalzi e 5,9 assist a partita, a cui si aggiungono 2 recuperi e 1,2 stoppate. Le sue percentuali al tiro sono impressionanti: 53% dal campo, 36% da tre punti e il 90% dalla lunetta su quasi 8 tentativi a partita.
Dopo essersi piazzato al secondo posto nella corsa all’MVP lo scorso anno, dietro a Nikola Jokic, SGA ha dimostrato di essere tornato ancora più forte. Ha guidato i Thunder al primo posto nella Western Conference con un record di 57-25 nella scorsa stagione e quest’anno la squadra sembra destinata a migliorare ulteriormente, con una proiezione di 66 vittorie.
Con Oklahoma City che sta dominando la regular season (solo 6 sconfitte finora) e surclassando gli avversari con uno scarto medio di 12 punti a partita, l’MVP sembra ormai nelle mani di Gilgeous-Alexander. A meno di imprevisti (come ad esempio un infortunio che lo costringesse a saltare troppe partite), SGA sembra destinato a vincere il suo primo MVP grazie alle sue statistiche stellari, al suo impatto sul gioco di OKC e al record della squadra.
Il campione in carica Nikola Jokic sta disputando un’altra stagione da incorniciare. Con medie di 31,6 punti, 13 rimbalzi e 9,9 assist, il serbo è a un passo dal chiudere con una tripla doppia di media, il tutto con un incredibile 47,7% da tre punti. Jokic rimane un genio offensivo, capace di portare quasi da solo i Nuggets verso i piani alti della Western Conference.
Tuttavia, ci sono ostacoli evidenti alla sua candidatura. Jokic è stato finora una vera delusione dal punto di vista difensivo, permettendo agli avversari di segnare con il 69% di efficacia nell’area sotto canestro con lui da difensore primario.
Inoltre, la voters fatigue di cui parlavamo prima potrebbe penalizzarlo: vincere il titolo di MVP per 4 volte in 5 anni è un’impresa riuscita solo a LeBron James. Con i Nuggets che lottano per rimanere tra le prime quattro squadre, è difficile immaginare Jokic bissare il successo dell’anno scorso.
Il “Greek Freak” è già stato due volte MVP e, all’età di 30 anni, si trova nel pieno della sua carriera. Con medie di 31,7 punti, 11,9 rimbalzi e 6,1 assist, Giannis sta vivendo una stagione simile a quelle che lo hanno portato a vincere il premio nel 2019 e 2020.
Nonostante le sue incredibili doti difensive, che lo rendono un eccellente difensore sia sul perimetro che sotto canestro, il record dei Bucks è un problema. Dopo un avvio di stagione disastroso, Milwaukee è appena sopra il 50% di vittorie e fatica a raggiungere il livello delle principali contendenti. Questo rende improbabile che Giannis possa conquistare il suo terzo titolo di MVP.
Jayson Tatum è il miglior giocatore della squadra più forte della Eastern Conference. Con medie di 27,8 punti, 9,3 rimbalzi e 5,5 assist, Tatum è il leader indiscusso dei Celtics, che attualmente occupano il secondo posto a Est con un record di 27-11.
Tuttavia, la profondità del roster di Boston, con almeno cinque giocatori di qualità anche in panchina, potrebbe giocare contro di lui. Le voci di chi si domanda quanto valore aggiunto possa offrire Tatum in una squadra già così completa potrebbero penalizzarlo nella corsa all’MVP, soprattutto se paragonato a giocatori come SGA e Jokic, che sono il fulcro delle rispettive squadre.
Tra i grandi esclusi dalla corsa all’MVP troviamo Luka Doncic e Victor Wembanyama. Il talento dei Mavericks, nonostante le sue medie di 28/8/8, è fuori dai giochi a causa dell’infortunio al polpaccio che lo terrà lontano dai campi per oltre 17 partite. Questo lo rende ineleggibile per i premi stagionali.
Per quanto riguarda Wembanyama, il giovane fenomeno dei San Antonio Spurs sta mostrando miglioramenti straordinari, con medie di 25 punti, 11 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate. Nonostante ciò, il record della squadra non è ancora all’altezza delle altre contendenti, ma il futuro è decisamente dalla parte del francese.