Cosa aspettarsi dai Playoff NBA della Western Conference

In questa guida analizziamo tutto ciò che ci aspetta nei prossimi sei intensissimi weekend di basket d’élite: lo stato di forma delle squadre, l’impatto degli infortuni, le variabili tattiche e gli stili di gioco che potrebbero – o meno – funzionare nella post-season.

Analisi Playoff NBA Western Conference

La regular season si è conclusa domenica scorsa, ed è finalmente arrivato il momento di proiettarsi ai playoff NBA. La Western Conference è ormai da anni una vera e propria giungla, e non fa eccezione neanche in questa stagione: tante squadre forti, incroci pericolosi e pochissimi turni “facili” anche per le prime della classe.

Dopo aver visto cosa potrebbe accadere a Est, analizziamo il momento delle squadre a Ovest.

Oklahoma City Thunder

Shai Gilgeous Alexander Oklahoma City Thunder

OKC chiude per il secondo anno consecutivo con il miglior record a Ovest. Ma dopo l’eliminazione al secondo turno lo scorso anno, le aspettative sono cresciute. I numeri dicono che i Thunder sono stati una delle migliori squadre difensive della storia recente, e non è un caso che molti li diano tra i favoriti per il titolo.

Ma attenzione a bruciare le tappe: è raro che una squadra che non è mai andata oltre il secondo turno vinca l’anello l’anno successivo. Anche se Caruso e Hartenstein hanno alzato il livello, OKC ha una sola superstar offensiva vera: Shai Gilgeous-Alexander. Se viene raddoppiato o limitato, chi farà la differenza in attacco?

Hanno il potenziale per arrivare fino in fondo, ma non saranno i playoff in discesa che qualcuno immagina: servirà battere almeno due tra Clippers, Nuggets, Lakers, Warriors o Rockets per arrivare in finale. Mica semplice.

Houston Rockets

Amen Thompson Houston Rockets

Stagione sorprendente anche per Houston: erano in corsa per le 60 vittorie prima che tre titolari si facessero male insieme. Dopo il calo (8 sconfitte in 10 partite), il gruppo è tornato al completo e ha chiuso al secondo posto, un traguardo enorme per una squadra così giovane.

Coach Udoka si conferma un maestro, e Amen Thompson si è preso la scena superando perfino Green e Sengun. Ma… la storia ci insegna che le squadre giovani faticano ai playoff. E il primo turno sarà contro i Warriors, non proprio un’avversaria comoda per cominciare.

Houston ha profondità, energia e talento, ma i playoff premiano l’esperienza, la durezza mentale e le rotazioni corte. In poche parole: sono costruiti per brillare in regular season, ma devono dimostrare di poter fare lo stesso quando la posta si alza davvero.

Los Angeles Lakers

Doncic James Los Angeles Lakers

I Lakers non hanno bisogno di presentazioni. E quest’anno potrebbero aver trovato un altro capitolo epico da scrivere. Lo scambio per Luka Doncic ha ribaltato tutto: ora sono una contender vera, e sembrano persino migliorati in difesa.

Doncic e LeBron, due dei migliori interpreti della postseason, saranno una minaccia costante in ogni serie. E no, LeBron a 40 anni non sembra voler rallentare. Occhio al fattore vendetta: Doncic ha un conto aperto con Dallas, e non vede l’ora di dimostrare chi ha fatto l’affare.

Servirà una prestazione monstre per eliminarli 4 volte in 7 gare. E in pochi sembrano attrezzati per farlo.

Denver Nuggets

Jokic Denver Nuggets

I Nuggets arrivano in mezzo a un terremoto interno. Jokic è sempre mostruoso, ma il resto del gruppo non è più lo stesso dei tempi del titolo. La franchigia ha mandato via coach Malone e il GM Booth a una settimana dalla fine della stagione. Scossa utile? Forse. Ma il roster è lo stesso, e i problemi anche.

La prima serie sarà durissima contro i Clippers e il miglior Kawhi Leonard degli ultimi anni. Poi, se passano, probabilmente affronteranno OKC. A peggiorare il tutto: dubbi sulle rotazioni, una panchina che fatica e l’enigma Westbrook nei finali di gara.

Il rischio di uscire presto è concreto se non alzano il livello subito.

Los Angeles Clippers

Kawhi Leonard Los Angeles Clippers

L’altra metà di Los Angeles arriva ai playoff col vento in poppa. Otto vittorie consecutive, difesa solida, esperienza da vendere e, soprattutto, un Kawhi finalmente sano. Hanno vinto 50 partite in una Western Conference durissima nonostante l’assenza iniziale della loro stella.

La squadra è costruita per vincere ora: ha talento, struttura, panchina, fisicità e intelligenza tattica. Però il tabellone è spietato: incrociare subito Denver e poi OKC è un percorso da guerra. Ma come si dice sempre… per diventare campioni, devi battere chiunque.

E quest’anno, per i Clippers, potrebbe essere davvero l’occasione giusta.

Minnesota Timberwolves

Anthony Edwards Minnesota Timberwolves

I T’Wolves sono un’incognita. Hanno chiuso bene la regular season ma con un calendario favorevole, e l’assenza di Karl-Anthony Towns li costringe a schierare una frontline pesante e poco spaziata (Gobert-Randle). Contro i Lakers? Non il massimo.

Anthony Edwards è stato accostato (troppo in fretta) a Michael Jordan, ma manca ancora parecchio. Tuttavia, quando si accendono, i Timberwolves possono far male a chiunque. La loro incostanza li rende pericolosi e sottovalutati. E questo, nei playoff, può fare tutta la differenza.

Golden State Warriors

Jimmy Butler Golden State Warriors

I Warriors, con l’arrivo di Jimmy Butler, sono tornati a far paura. Dopo l’All-Star Break hanno avuto uno dei migliori net rating della lega, segnale chiaro della loro crescita. Non sono più la squadra dominante di qualche anno fa, ma nessuno ha voglia di affrontarli.

Curry è rinato accanto a Butler, Draymond Green è tornato a “parlare” (segno che stanno vincendo), e il primo turno contro i Rockets sembra disegnato su misura. Se passano, li attende una potenziale serie epica contro i Lakers. E sappiamo tutti cosa succede quando Curry sente odore di legacy.

Attenzione: potremmo essere agli albori di un’altra run leggendaria dei Dubs.

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