Dall’inizio di quest’anno si rincorrono sempre più insistentemente le voci su un possibile addio di Giannis Antetokounmpo ai Milwaukee Bucks. Ma hanno davvero un fondamento? Oppure si tratta soltanto di speculazioni?
La stella greca è considerata da molti uno dei primi tre giocatori al mondo, ma l’NBA è anche (se non soprattutto) business. Inutile negarlo: televisioni, media e sponsor sognano di vedere un fuoriclasse come Giannis in una piazza più grande rispetto al “freddo” Wisconsin.
New York, Los Angeles, Boston, Miami, Golden State: destinazioni glamour che, semplicemente, fanno girare molti più soldi. Ecco perché certi rumors vengono alimentati di continuo. Ma sono voci che hanno davvero un fondamento?
Antetokounmpo è sotto contratto con i Bucks per altre tre stagioni. Una garanzia? Non proprio. L’NBA è una lega dominata dai giocatori, e trattenere controvoglia una stella di questo calibro è a dir poco controproducente.
Il greco ha portato Milwaukee al titolo nel 2021, ma da allora le cose non sono andate come previsto. Infortuni a ripetizione nei momenti cruciali, sia per lui che per altri elementi chiave del roster, hanno condannato la squadra a tre eliminazioni consecutive al primo turno.
Con il salary cap rigido e una luxury tax sempre più stringente, migliorare il roster è diventato complicatissimo, soprattutto per chi – come Milwaukee – ha già ceduto quasi tutte le proprie scelte future in cambio di veterani strapagati che non si sono rivelati compatibili con Giannis.
Eppure, nonostante le difficoltà e le pressioni esterne, il rapporto tra Antetokounmpo e i Bucks resta solido. E ci sono almeno tre buoni motivi per cui non vedremo il greco cambiare maglia nel 2025.
Milwaukee ha scelto Giannis con la 15ª chiamata del Draft 2013, lo ha cresciuto e ne ha visto la trasformazione in uno dei migliori giocatori della storia recente: da talento grezzo a Most Improved Player, poi Defensive Player of the Year, due volte MVP della regular season, e infine MVP delle Finals con i suoi leggendari 50 punti in gara 6 contro Phoenix.
Per una squadra non di primo livello, costruire un progetto vincente attorno a una superstar è un’opportunità che capita una volta nella vita, ed è per questo che i Bucks hanno fatto di tutto pur di trattenerlo: cambio allenatori, general manager e roster, cercando sempre di rimanere competitivi.
L’ultimo esempio? Il sacrificio di Jrue Holiday per portare a casa Damian Lillard. Una scommessa che non ha pagato, anche a causa dei tanti infortuni. Quando Lillard ha dato forfait per problemi fisici, la dirigenza ha addirittura spalmato il suo contratto, rinunciando a oltre 100 milioni garantiti, pur di liberare spazio salariale e firmare un altro lungo come Myles Turner.
È chiaro che Milwaukee non ha alcuna intenzione di cederlo. Se mai Giannis dovesse partire, sarà solo per sua volontà.
A differenza di molte superstar americane – basti pensare a LeBron James o Kevin Durant – Giannis non è cresciuto nel circuito AAU né ha mai mostrato l’indole del “mercenario” pronto a cambiare squadra per inseguire un anello o un contratto più ricco. Come altri europei prima di lui (Nowitzki, Jokic, Doncic), valorizza il concetto di lealtà, stabilità e legame con la comunità che lo ha accolto.
Dirk Nowitzki ha passato tutta la carriera a Dallas. Jokic ha fatto lo stesso a Denver. Doncic, fino all’ultimo, ha cercato di restare fedele ai Mavericks. Giannis non sembra essere diverso: è molto legato alla città e alla franchigia che ha creduto in lui quando era un ragazzo magrissimo che giocava in A2 greca.
Ha già vinto un titolo NBA con i Bucks, ha raggiunto la vetta restando fedele e se continuerà a credere nel progetto tecnico, è difficile immaginare un suo addio solo per “cambiare aria”.
Chiariamo una cosa: nessuno può prevedere cosa accadrà tra due o tre anni. Se Milwaukee continuerà a fallire ai play-off, se la squadra resterà bloccata in una mediocrità da 45 vittorie stagionali senza reali ambizioni, qualcosa prima o poi potrebbe incrinarsi.
Antetokounmpo è nel pieno della sua carriera e vuole vincere ancora. Se nel 2026 o 2027 si rendesse conto che il progetto Bucks non ha più margini di miglioramento, allora potrebbe legittimamente chiedere una trade. Anche perché, se dovesse comunicare alla franchigia che non rinnoverà il contratto in scadenza nel 2028, Milwaukee a quel punto dovrebbe muoversi per tempo per non perderlo a zero.
Ma è una questione di prospettiva. Ad oggi, non ci sono segnali concreti in questa direzione. Anzi: Giannis ha ribadito in più occasioni di sentirsi parte integrante del progetto e i Bucks stanno facendo tutto ciò che è in loro potere per costruirgli attorno una squadra all’altezza.
Milwaukee e Antetokounmpo restano un binomio solidissimo. I Bucks non lo scambieranno mai per una manciata di scelte al Draft, e il greco – fedele alla sua mentalità europea – non sembra intenzionato a voltare le spalle a una città che lo ha trasformato da promessa sconosciuta a leggenda NBA.
Il futuro potrà anche cambiare le carte in tavola, ma il presente è chiaro: nella stagione 2025-26, Giannis giocherà ancora nei Milwaukee Bucks.