In questa analisi ci immergeremo nelle otto squadre qualificate ai playoff della Eastern Conference. Chi potrà dire la sua nella corsa al titolo? Chi è arrivata fin qui per caso? Quali sono i punti di forza, le incognite, i giocatori chiave e gli scenari possibili? Scopriamolo.
Dopo 82 partite e sei mesi di basket ad altissimo livello, la stagione regolare è giunta al termine. Come si dice spesso in America: i primi sei mesi servono solo a prepararsi agli ultimi due.
Ora inizia il vero spettacolo, per decidere chi potrà sollevare il trofeo Larry O’Brien a giugno, al termine delle NBA Finals che, come da tradizione, vedranno sfidarsi la miglior squadra a Est contro la miglior squadra a Ovest.
I Cavaliers sono stati, numeri alla mano, la squadra più dominante della regular season a Est. Hanno infilato due serie da 15 vittorie consecutive, chiuso la Central Division con sei settimane di anticipo e strappato il primo seed ai campioni in carica di Boston. Il merito? Anche del nuovo coach Kenny Atkinson, che ha implementato un sistema offensivo “pace and space” ispirato ai Warriors.
Ma nei playoff si gioca un altro basket. Il ritmo si abbassa, gli attacchi fanno più fatica, e l’efficienza offensiva tende a calare. Cleveland ha sì la miglior offense della lega, ma è “solo” ottava per difesa. Hanno inserito De’Andre Hunter alla trade deadline per aumentare la profondità, e l’idea è che possa essere l’elemento in più per colmare il gap con i Celtics.
Tuttavia, anche se sono il primo seed, non convincono fino in fondo come contender per le Finals. I Celtics, anche con rotazioni ridotte, li hanno messi in difficoltà. E il divario tra loro e squadre come Knicks, Bucks e Pacers non sembra così grande. Potrebbero uscire già al secondo turno se trovano sulla loro strada una squadra calda. Non ci stupiremmo se venissero eliminati prima delle Finali di Conference.
I campioni in carica tornano ai playoff con la solita etichetta: favoriti assoluti per l’anello. Dopo aver finalmente chiuso il cerchio l’anno scorso, Tatum e Brown guidano una squadra profonda, esperta, e pronta a vincere ancora. Hanno passeggiato per la regular season, chiudendo con 61 vittorie, senza nemmeno spingere troppo sull’acceleratore.
Questo sarà l’ultimo anno di questo gruppo, per motivi salariali. Ma finché Kristaps Porzingis resterà sano, i Celtics sembrano inarrivabili per chiunque nella Eastern Conference. La chimica, il talento e la profondità non hanno rivali.
La loro strada? Un primo turno soft contro una squadra uscita dal play-in e un eventuale secondo turno contro i Knicks. A meno di sorprese, solo gli infortuni possono fermarli prima delle Finals.
I Knicks di Thibodeau sono una certezza: vincono sempre una cinquantina di partite, difendono forte, lottano su ogni pallone. Ma poi… ai playoff manca sempre qualcosa. L’anno scorso si sono fermati al secondo turno, falcidiati dagli infortuni. Quest’anno sono più sani, ma il problema è il tabellone: si ritrovano sulla strada dei Celtics.
Un’uscita al secondo turno sembra il destino più probabile. Contro Cleveland avrebbero avuto più possibilità, ma così serve un miracolo sportivo. Attenzione anche al logorio: molti titolari sono già spremuti dopo una stagione da 38-40 minuti a gara.
L’anno scorso sono arrivati alle Finali di Conference, dove sono stati travolti. Ma quell’esperienza ha lasciato il segno, e la squadra è tornata più consapevole. Dopo un inizio difficile (10-15), hanno chiuso con 50 vittorie, con quasi tutti i giocatori a disposizione e Haliburton in crescita.
Ai playoff affronteranno i Bucks al primo turno, e se dovessero passare, potrebbero ritrovare Cleveland al secondo. Occhio però alla coesistenza tra Haliburton e Nembhard: potrebbe funzionare meglio un assetto con Mathurin, più pericoloso senza palla.
Il coach ha esperienza da titolo, e il gruppo è coeso: non saranno i più forti, ma sono squadra vera, e nei playoff questo può fare la differenza.
I Bucks sono la mina vagante dei playoff a Est. Quando hai Giannis Antetokounmpo nel prime della carriera, nulla è impossibile. Ma il contorno preoccupa: Lillard è alle prese con problemi fisici, il roster è stato completamente rivoluzionato rispetto al titolo del 2021, e la guida tecnica è Doc Rivers.
E qui arrivano i guai. Rivers è famoso per non saper aggiustare le serie, per perdere vantaggi in postseason e per il suo scarso impatto quando conta davvero. Una serie lunga con Indiana o Cleveland potrebbe essere fatale, se Giannis non sarà supportato adeguatamente.
Che stagione! I Pistons sono passati da 28 sconfitte consecutive a inizio 2023 a triplicare le vittorie e qualificarsi direttamente ai playoff. Il merito è della crescita interna (Duren, Ivey), dell’arrivo di veterani come Harris e Hardaway Jr., ma soprattutto dell’esplosione di Cade Cunningham, ormai All-Star a tutti gli effetti.
Al primo turno affronteranno i Knicks, squadra contro cui hanno un ottimo record stagionale. Se Cade sale ancora di livello e Bickerstaff non ricade nei problemi offensivi cronici visti ai playoff, un upset non è da escludere. Sarebbe la ciliegina sulla torta di una stagione da ricordare.
Orlando è tornata ai playoff dopo l’esperienza incoraggiante dell’anno scorso, chiusa a gara 7 contro Cleveland. La stagione è stata un’altalena, tra infortuni continui e rotazioni forzate, ma ora la squadra è quasi al completo. Quasi, perché Moritz Wagner e soprattutto Jalen Suggs mancheranno all’appello.
Peccato, perché con tutti a disposizione sarebbero stati un avversario molto più ostico per i Celtics. Così invece, servirà un miracolo sportivo per spaventare i campioni in carica. Sarà comunque un’esperienza formativa per i giovani guidati da Banchero e Wagner.